In picchiata spese e consumi per l’auto
Articolo di Gian Primo Quagliano
Pubblicato sul Sole 24 Motori, stima fatta da Econometrica
I dati di Econometrica rivelano che nel 2012 rispetto all’anno scorso diminuiscono tutte le voci, eccetto tasse e carburanti. Per la prima volta la spesa di riparazioni e manutenzione supera quella per gli acquisti
Per il settore auto il 2012 non passerà alla storia come un anno nero soltanto per le vendite di quattro ruote, ma anche per l’intera gamma dei consumi automobilistici. La spesa per l’acquisto e l’esercizio di autoveicoli (vetture, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus) nel 2012 scenderà a 185,5 miliardi dai 198,1 miliardi del 2011: meno 6,37%, quasi 13 miliardi. La stima è stata fatta da Econometrica considerando i dati disponibili sull’andamento delle singole voci di spesa e le dinamiche dei prezzi che continuano a essere in crescita nonostante la crisi. Come mostra la grafica, il calo è generalizzato per tutte le voci eccetto quelle relative alle tasse automobilistiche e ai carburanti, che aumentano però soltanto per il carico fiscale. Nel comparto dell’auto per ora a vincere è dunque il Fisco. Tutti gli altri perdono, ma l’effetto Laffer, cioè la possibilità che all’aumento delle imposte consegua una diminuzione del gettito, è dietro l’angolo.
I capitoli principali
Analizzando le singole voci, si nota che la graduatoria è guidata dalla spesa per i carburanti. Per il 2012 la previsione è di 71,8 miliardi, con un incremento del 6,06% sul 2011, dovuto però esclusivamente alle imposte: i consumi arretrano con una percentuale a due cifre e diminuisce anche la quota del fatturato alla pompa che va a compagnie petrolifere e distribuzione. Al secondo posto si registra un’importante novità: il fatturato per manutenzione e riparazioni supera per la prima volta quello per gli acquisti di autoveicoli. Il sorpasso non avviene tuttavia perché il fatturato per autoriparazione cresce, ma semplicemente perché arretra meno di quello delle vendite, che subisce una contrazione del 24,6%. Tra l’altro anche la riduzione del giro d’affari delle officine è un fatto nuovo perché fino al 2011 aveva tenuto in quanto il rinvio di molte decisioni di sostituzione di auto faceva aumentare il fabbisogno di manutenzione, compensando l’impatto negativo della crisi.Nel 2012 non è più così. Da un lato sale il numero di coloro che rinviano gli interventi non indispensabili e dall’altro – come emerge con chiarezza dai dati sui consumi di carburante e da quelli sui pedaggi – l’uso degli autoveicoli è in calo e ciò comporta una minore necessità di passaggi in officina.
Fonte Econometrica
Pubblicato sul Sole 24 Motori
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