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Ancora…. sulla Cessione di Credito , Il commento del vice presidente dell’ U.N.A.R.C.A. Avv. S



Il vice Presidente dell’UNARCA  avv. Settimio Catalisano esprime la sua opinione sull’argomento Cessione di Credito al Carrozziere in risposta all’articolo pubblicato su sito “Sicurauto” intitolato “il tranello della cessione del credito”

Di seguito le sue riflessioni.

ATTACCO ALLA CESSIONE DEL CREDITO ?

Recentemente in un articolo a firma del Sig. Riccardo Celi apparso sul sito “Sicurauto” intitolato il tranello della cessione del creditosi è sostenuto che l’stituto civilistico della cessione del credito, regolato dall’art. 1260 e seguenti del codice civile, sia troppo utilizzato dai danneggiati per sinistri stradali nei confronti delle carrozzerie alle quali decidono di affidare la riparazione della vettura danneggiata.

La cessione del credito al carrozziere viene dall’autore dell’articolo definita come un “giochetto” che solo apparentemente tutela il proprietario della vettura da un immediato esborso di denaro per la riparazione mentre in realtà innescherebbe un circolo “vizioso” che, “ gonfiando” i costi dei risarcimenti, comporterebbe un conseguente innalzamento del costo delle polizze assicurative per tutti gli assicurati. Nell’articolo si spezza anche una lancia contro l’intervento dei legali nelle pratiche risarcitorie.

L’articolo in questione doppia in maniera sin troppo pedissequa la dichiarazione del Vice Presidente di Federconsumatori Francesco Avallone il quale, già membro della Fondazione Ania per la sicurezza stradale e del Forum Ania Consumatori, propone addirittura di eliminare l’istituto della cessione del credito nelle procedure di risarcimento danni e di obbligare tutti i danneggiati al risarcimento in forma specifica senza peraltro il filtro di una previsione contrattuale specificatamente approvata. E così si nota come anche il Sig. Avallone si sia totalmente allineato con le posizioni espresse dall’Ania (di cui fa parte) che, a sua volta, ha fortemente indirizzato anche la posizione dell’ISVAP, che dovrebbe invece essere solo l’organismo di controllo delle imprese assicuratrici.

Tutti questi soggetti, senza dubbio privi di memoria giuridica, propugnano inoltre anche un nuovo intervento legislativo che renda obbligatorio il ricorso alla procedura di risarcimento diretto che, rafforzata dall’obbligo del risarcimento in forma specifica, dovrebbe, a loro dire, “funzionare perfettamente” ,

Tutte queste proposte sono assolutamente prive dei minimi fondamenti giuridici. In primo luogo è assolutamente contrario ad ogni ratio giuridica, anche di rango costituzionale (art. 3) pensare di poter vietare il ricorso alla cessione del credito limitando con una legge speciale il suo utilizzo. In secondo luogo anche una eventuale previsione preventiva contrattuale di tale limitazione alla libera disponibilità dei propri crediti appare come

assolutamente illegittima. Invero il n° 18 delll’art. 1469 bis del codice civile prevede che sia abusiva – vessatoria ogni clausola contrattuale che imponga “ restrizioni alla libertà contrattuale nei rapporti con i terzi”. La vessatorietà della clausola comporta la sua inefficacia facendo salva l’efficacia del contratto per il resto.

In conclusione deve dirsi che tutti, eccetto l’Adiconsum, la Federconsumatori, l’ANIA e l’ISVAP sanno che l’indennizzo diretto dalla sua introduzione ad oggi non ha fatto che far lievitare i costi assicurativi sia per l’ intrinseca farraginosità del sistema, sia perché, almeno incerte zone territoriali, è stata usato come strumento di comodo per perpetrare frodi. Era una norma che andava subito abrogata e che invece si tenta di resuscitare a forza. Dopo le sentenze della Corte Costituzionale del 2009, che per ben tre volte ha deciso che il risarcimento diretto può essere solo inteso come una procedura facoltativa, abbiamo assistito invece a tentativi maldestri di ricondurre la realtà giuridica a comodi e utilitaristici fini privati di alcune gruppi assicurativi. Persino l’Antitrust che lo aveva sostenuto, ora esprime forti perplessità anche in merito al risarcimento in forma specifica e alle insane proposte collaterali. Bisogna infine ricordare che anche il Consiglio Economico e Sociale dell’Unione Europea ha espresso un autorevole parere contrario sia al risarcimento diretto obbligatorio, sia a ipotesi di obbligo di risarcimento in forma specifica.

Roma 21 gennaio 2011

Avv. Settimio Catalisano

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