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Tavolo sulle riparazioni a regola d’arte: ogni Carrozziere perde in media 50.000 Euro di fatturato

Tavolo sulle riparazioni a regola d’arte: c’è chi rinuncia a partecipare. E dice no a un’azione congiunta con i Consumatori, scegliendo di tutelare i propri interessi anziché quelli degli associati. I Carrozzieri devono capire bene la conseguenza di tale comportamento: per farlo, controllino il loro portafoglio. Rivolgiamo loro il seguente quesito.


Quale perdita monetaria subiscono i Carrozzieri se c’è chi non partecipa al Tavolo sulle riparazioni a regola d’arte?

Facciamo un calcolo che riguarda solo il rapporto con il mondo assicurativo.

Secondo i dati Ania, nel 2017 il nostro fatturato relativo ai rimborsi assicurativi era composto come segue:

1,7 miliardi costo dei ricambi

2,1 miliardi costo della mano d’opera

Totale 3,8 miliardi.

A cosa servono le linee guida sulle riparazioni a regola d’arte?

  1. A fissare in modo certo se una parte dell’auto sia strutturale o no e quindi vada sostituita con pezzi di ricambio originali.

  2. A porre dei paletti sui pezzi di ricambio aftermarket in caso di riparazioni in economia.

  3. A valorizzare le nostre strutture, attrezzature e quindi il costo della mano d’opera.

Il vantaggio è grande, ma in cambio bisogna essere trasparenti, documentare il danno, le riparazioni, le criticità ed essere disponibili a consegnare al cliente e alla compagnia non solo la fattura ma anche un elaborato che illustri l’intervento riparativo.

Sulla base della nostra esperienza, che ha analizzato 25.000 casi, tali vantaggi sono ormai provati, perché Federcarrozzieri già da quattro anni adotta un codice deontologico e procedure che vanno già nella direzione delle riparazioni a regola d’arte.

I Riparatori, infatti, hanno visto in larga parte (oltre il 95% dei casi) riconosciuto il valore del loro lavoro senza doversi piegare a estenuanti discussioni con i periti sul costo della mano d’opera o sul valore della riparazione basato solo sul preventivo e non sul consuntivo.

Vantaggi: minori perdite di tempo, riconoscimento del proprio lavoro. In poche parole, un incremento netto del fatturato, legato alle pratiche assicurative, di circa il 10%

Ma c’è chi vorrebbe fare un protocollo verticistico dove il Carrozziere concorda un preventivo col perito: una decisione boomerang, perché così però il fatturato cala del 10%. Se poi risultassero (durante il corso delle riparazioni) anomalie o criticità, i casi sono due: o si lavora in perdita o, nel peggiore dei casi, si ripara male e non in sicurezza.

Le compagnie assicuratrici, non i grandi vertici, ma gli ispettorati, i dirigenti assicurativi non hanno problemi a riconoscere un premio alla trasparenza perché quella trasparenza anche per loro significa:

  1. pratiche lineari in cui tutto è documentato;

  2. disponibilità massima sempre e comunque del riparatore a collaborare per illustrare il corso delle riparazioni;

  3. riduzione, per non dire eliminazione, del contenzioso;

  4. consapevolezza che il veicolo è stato riparato e, come conseguenza, l’eliminazione dei risarcimenti senza riparazioni da cui spesso nascono comportamenti fraudolenti e speculativi;

  5. riduzione degli aggravamenti di danno, specialmente fisico, a causa di incidenti con veicoli riparati male, quindi un risparmio netto per le compagnie.

In termini aziendali, la strada verso la trasparenza è vantaggiosa per i riparatori strutturati, che hanno acquisito la consapevolezza di essere imprenditori, perché alla fine è premiata dalle compagnie.

Occorre cogliere tali opportunità. Rifacciamo i calcoli.

I quattro miliardi complessivi di rimborsi assicurativi per i Carrozzieri con le riparazioni a regola d’arte potrebbero aumentare del 10%, ovvero di 400 milioni di euro.

Dividete 400 milioni di euro per 12.000 carrozzerie e abbiamo oltre 30.000 euro di fatturato in più.

Fatturato in più per i Carrozzieri come premio per la trasparenza, riduzione dei tempi di risarcimento, rapporto leale e sereno con le maggiori compagnie assicuratrici, eliminazione del contenzioso.

Non partecipando al Tavolo, vi fanno perdere 30.000 euro l’anno di fatturato in più. Un mancato guadagno.

Se poi estendiamo il concetto alle riparazioni relative a incidenti in proprio o garanzie dirette possiamo arrivare a 45.000 euro, forse 50.000 euro di fatturato in più.

Attenzione: sfidiamo chiunque osi dire che i nostri dati sono campati per aria.

Ultimo argomento, gradito a noi, ai Consumatori e alle Vittime della Strada.

Riparare a regola d’arte significa riparare in sicurezza ed evitare incidenti gravissimi attribuiti, troppo spesso attribuibili  a colpi di sonno, ma di cui una parte, e noi lo sappiamo bene, possono essere stati generati da una riparazione mal fatta.

Riparare a regola d’arte significa anche chiedere al legislatore di completare il quadro della legge sulla concorrenza, il quale ha sancito un obbligo della fatturazione, con misure sanzionatorie nei confronti dei proprietari dei veicoli che circolano con vetture incidentate (pericolo per loro e le loro famiglie e per gli altri). Quindi lavoro in più per i Carrozzieri.

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