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Materiali che si auto riparano



Il carrozziere non deve temere per lui il lavoro ci sarà sempre…

Siamo solo all’inizio di una nuova generazione di prodotti che permettono l’autorigenerazione di alcuni materiali e il ritorno alla loro forma originaria. Comprare un oggetto in grado di gestirsi e di auto ripararsi non è più fantascienza, i nuovi prodotti cosi detti “intelligenti” sono in grado non solo di riparare piccoli graffi e ammaccature, ma anche fori e rotture. Le loro potenzialità come si può ben immaginare sono enormi e sicuramente ne sentiremo parlare sempre di più in futuro. Vediamo cosa sono e come agiscono.

Molti dei materiali e delle tecnologie più innovative provengono dal campo militare, la ricerca in quel settore è molto spinta e dispone di fondi appropriati. Una delle prime applicazioni di questa nuova gamma di prodotti e stata sperimentata sulle cisterne che trasportano liquidi spesso infiammabili sui campi di battaglia. Questi serbatoi vengono spesso colpiti da proiettili sparati da armi leggere: pistole, fucili, ecc. che provocano fori che seppur di limitate dimensioni nell’involucro esterno, provocano danni enormi. Orbene! che ci crediate o no, il foro subito dopo il passaggio del proiettile si richiude quasi istantaneamente. Che cosa permette di ottenere un risultato così eccezionale? Battle Jacket, una vernice inventata in America anzi,  un esoscheletro liquido di origine polimerico che riesce a porre rimedio al problema. Battle Jacket rimargina il foro d’entrata del proiettile come se si trattasse di piastrine del sangue che otturano una lacerazione epidermica.

Ma per ritornare con i piedi, anzi gomme,  per terra la Goodyear e la Michelin hanno già introdotto pneumatici, prevalentemente destinati ai veicoli industriali e commerciali, che si auto riparano grazie alla presenza di un polimero incorporato, il DuraSeal,  che  indurendosi a contato con l’aria ottura le forature causate da oggetti taglienti ed acuminati.

Le aziende automobilistiche sono invece particolarmente interessate ad utilizzare resine in grado di riparare i graffi più o meno profondi alle carrozzerie. Questo è il caso per esempio della Nissan EX35, che è dotata di un sistema di vernici termosensitive, e del Desmodur/Desmophen. Materiale sviluppato dalla Bayer Material Science, anche questo si autoripara quando stimolato dal sole o dal caldo generato da un asciugacapelli.

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