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La Vittoria di Pirro: le lecite – ma inutili – clausole dell’assicuratore pugnace.


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L’ Antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), ha dato il via libera a Vittoria Assicurazioni per l’inserimento, ma solo per le polizze relative alle garanzie dirette e non per la RC Auto, di una clausola contrattuale che disciplina gli obblighi dell’assicurato in tema di deleghe di pagamento e cessioni di credito.

L’Antitrust non ha ritenuto vessatoria la clausola che Vittoria intende introdurre nei propri contratti in forza della quale l’assicurato che cede  il credito, senza consenso dell’assicuratore, al proprio carrozziere di fiducia può essere oggetto di “rivalsa” per non meglio precisati “danni” che l’assicuratore patirebbe a causa della cessione del credito rilasciata appunto dal proprio assicurato ad un carrozziere non fiduciario.

Che di questo si tratta: nessun divieto di cessione di credito è stato introdotto o avallato dall’Antitrust, ma solo una clausola di inutile e impossibile pratica applicazione, in forza della quale l’assicuratore può solo ammonire il proprio cliente, avvisandolo che la cessione non autorizzata lo esporrebbe a imprecisate “rivalse” di dubbia legittimità.

In buona sostanza le cessioni di credito sottoscritte dagli automobilisti sono e restano valide, ma possono “contrattualmente” essere fonte di “danno” per la compagnia qualora questa appunto sia “costretta” a pagare voci di danno quali fermo tecnico e spese legali, o un danno superiore a quello che avrebbe spontaneamente pagato. E tale danno potrebbe essere richiesto da Vittoria al proprio assicurato in rivalsa.

Nel merito si tratta di ipotesi impossibili, perché se l’assicuratore paga spontaneamente vuol dire che paga il giusto e quindi non ha nulla da richiedere in rivalsa, se paga a seguito di sentenza, vuol dire che paga comunque il giusto e anche in questo caso non ci sono i presupposti per richiedere alcunché in rivalsa. Inoltre all’antitrust evidentemente ignorano che sui sinistri indennizzati in garanzie dirette ( eventi o naturali o sociopolitici) non è possibile aggiungere auto sostitutive e non vengono neanche corrisposti onorari di assistenza stragiudiziale.

In ogni caso l’inutile provvedimento dell’Antitrust si contraddistingue per un insolito livello di maldicenza. Non è bello sentir dire da una “Autorità” che i carrozzieri sono soggetti di scarsa moralità e che per contrasto le imprese assicuratrici perseguono invece scopi filantropici.

Da tali premesse ne consegue che solo i fiduciari dell’assicuratore sarebbero “onesti” e solo a loro sarebbe permesso riparare e incassare. Nelle proprie confuse e contraddittorie analisi, che portano a un provvedimento  piuttosto    “creativo”, Antitrust sostiene infatti che è sufficiente la delega verso il fiduciario. Salvo nello stesso provvedimento giustificarne il divieto.

L’inutile provvedimento dell’AGCM arriva dopo che Ania (l’associazione delle Assicurazioni) da circa un anno e mezzo ha proposto l’abolizione della cessione del credito in Rca. Il motivo? Ecco un passaggio dell’Antitrust: “La ratio della disposizione contrattuale, secondo Vittoria, risiede nella necessità di arginare comportamenti opportunistici e fraudolenti da parte delle autofficine o dei riparatori non convenzionati con la compagnia che, divenuti titolari (cessionari) del diritto al risarcimento loro ceduto dall’assicurato, possono incrementare l’ammontare del quantum spettante per il danno subito dal veicolo, tra l’altro, aggiungendo altre voci di costo che l’assicuratore è tenuto a risarcire”.

E’ evidente  una contraddizione: prima, l’Antitrust rileva che, con quella determinata clausola di Vittoria Assicurazioni, viene limitata la libertà contrattuale dell’assicurato di cedere il proprio credito risarcitorio a un riparatore non convenzionato, senza anticipare il costo della riparazione. Poi, l’Antitrust dice che non c’è un’ipotesi di vessatorietà ai sensi del Codice del consumo.

Federcarrozzieri, che intende contrastare sul nascere questo tipo di iniziative private, e difendere le carrozzerie indipendenti e di conseguenza anche i fiduciari che non lavorano per questa compagnia, continuerà a farlo anche dopo questo curioso e inutile provvedimento dell’Antitrust, che si risolve in un sostanziale autogol dal momento che la stessa Antitrust è costretta ad ammettere la inoperatività di un simile clausola in RC stante la facoltatività del risarcimento diretto.

Con tali premesse Federcarrozzieri  continuerà a battersi a favore del diritto del consumatore assicurato di poter  scegliere liberamente un’officina, a favore della libertà e della concorrenza nel mercato delle autoriparazioni, contro la canalizzazione forzata dei danneggiati come mezzo per perseguire il controllo del mercato delle riparazioni.

Buona Pasqua a tutti i gli associati.

Bologna 29 marzo 2013

Davide Galli

Presidente Federcarrozzieri

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