Comunicazione interna Federcarrozzieri del 21 marzo.
Non è paranoia, ma una semplice constatazione della realtà: il carrozziere indipendente è nel centro del mirino. Sono almeno tre i punti che ci inducono a pensarlo.
Fusione Unipol-Fonsai
L’evento più importante riguarda la fusione Unipol-Fonsai. Nei rami danni, in particolare Rc auto, il nuovo Gruppo coprirà oltre il 30% del mercato nei tre/quarti delle Province italiane e il 40% in 22 di queste. E sarà il primo operatore in Italia con quote di mercato più che doppie rispetto al secondo.
Attenzione: un alto dirigente del Gruppo Unipol (Giacomo Lovati) ha affermato che, una volta completata la fusione con Fonsai, userà le liquidazioni della stessa Fonsai. Ossia Autopresto e bene. Che:
a) determina la tariffa oraria per le carrozzerie convenzionate;
b) impone la fornitura di ricambi da parte della Compagnia (niente ricambi dal carrozziere);
c) in futuro si occuperà di fornire anche i materiali vernicianti.
Il tutto condiviso a detta del funzionario con Ivass (ha appena sostituito l’Isvap, l’organo che vigila sulle Assicurazion), Case costruttrici e con le associazioni di categoria dei carrozzieri.
Cessione del credito
Alcune Compagnie sono intenzionate a introdurre clausole che di fatto renderebbero difficile, se non impossibile, la gestione dei sinistri delle carrozzerie indipendenti tramite la cessione di credito. L’obiettivo è mettere il mondo della riparazione alle dipendenze delle Compagnie assicuratrici. Per capirci, ecco qualche riga della clausola magica che quel Gruppo vorrebbe imporre nei contratti Rca: “In caso di sinistro, è fatta salva la facoltà per il contraente/assicurato di delegare il proprio carrozziere, anche non convenzionato con [omissis], a incassare direttamente il risarcimento dovuto per le riparazioni effettuate sull’autoveicolo, sottoscrivendo apposita dichiarazione attestante l’importo delle riparazioni effettuate e concordate, dell’assicurato/contraente o dal carrozziere, con il perito dell’Impresa. Il contraente/assicurato non potrà cedere a terzi i crediti relativi al risarcimento del danno, a meno che [omissis] abbia prestato il proprio consenso alla cessione. Il divieto di cessione del credito non è operante se il contraente/assicurato si avvarrà di una carrozzeria o di un centro riparazioni convenzionato con [omissis]. In presenza di una cessione del credito autorizzata o dell’utilizzo di un centro riparazioni convenzionato con [omissis], l’Impresa si impegna a riconoscere al contraente/assicurato, alla prima scadenza contrattuale successiva alla data di accadimento del sinistro, uno sconto.” L’obiettivo è colpire tutte le carrozzerie (indipendenti e fiduciarie) che non hanno siglato accordi con questa Compagnia e che quindi non potranno ottenere rimborso attraverso la cessione del credito.
Il silenzio dell’Antitrust
In questi giorni, scadono i termini di valutazione per l’Antitrust sulla vicenda “divieto sulla cessione di credito” avanzata da una Compagnia. Federcarrozzieri, che ha inviato all’Authority una memoria, a oggi non ha ottenuto riscontro. Molti carrozzieri (allarmati da questo tipo di clausole) hanno lanciato l’ipotesi di cercare un’alleanza con una Compagnia estera che possa garantire al carrozziere la libera scelta del riparatore in polizza in cambio dei clienti. È davvero un’operazione difficile monitorare l’assenza di clausole ostili, anche perché le Compagnie vengono spesso assorbite da altri Gruppi soccombendo alle loro regole, e si dovrebbe di volta in volta controllare nel dettaglio tutti i contratti. La contromossa ideale proposta da Federcarrozzieri (per combattere l’incremento delle polizze in forma specifica e le clausole sui divieti all’utilizzo della cessione di credito) è in fase di sviluppo, nella speranza che possa fare risparmiare sul costo della polizza il proprio cliente.
Rettifica del 26 marzo, l’AGCM si è pronunciata a favore di vittoria assicurazioni, ritenendo le clausole non vessatorie.
Fortissimamente risarcimento in forma specifica
La stessa Antitrust, nella sua indagine sul caro-Rca, lascia molto perplessi in un passaggio preciso: “Vanno adottati modelli contrattuali che aumentino, da una parte, la capacità di controllo dei risarcimenti da parte delle compagnie e, dall’altra, le possibilità di autoselezione da parte degli assicurati. Il regolatore dovrebbe operare affinché vengano introdotte clausole, facoltative per l’assicurato, associate a congrui sconti di premio (per esempio risarcimento in forma specifica, con riparazione presso autofficine convenzionate con l’Assicurazione, prestazioni di servizi medico-sanitari resi da professionisti individuati e remunerati dalle Compagnie)”. Gira che ti rigira, si arriva sempre al “controllo da parte delle Assicurazioni”, con il risarcimento in forma specifica che è assoluto protagonista. Finché è la Compagnia a sbandierarlo, finché è l’Ania (la potente Confindustria delle Assicurazioni) a spingere in quella direzione, noi facciamo di tutto per difenderci, con un’operazione di lobbying che cerchi di contrastare la loro. Però mai ci saremmo aspettati che pure l’Antitrust (organo di controllo indipendente) facesse il tifo per il risarcimento in forma specifica. O forse sì, un po’ ce lo sentivamo, se è vero che il 25 settembre 2012 vi avevamo messi in guardia: leggete qui http://www.ilcarrozziere.it/blog/2012/09/risarcimento-diretto-e-in-forma-specifica-gli-incubi-a-volte-ritornano/ e rimarrete sorpresi…
La Corte di giustizia boccia gli accordi tra assicuratori e riparatori perché anticoncorrenziali.
Ne consegue che tali accordi sono dunque vietati in quanto, per loro natura, risultino dannosi al buon funzionamento della normale concorrenza. Federcarrozzieri, l’associazione dei riparatori indipendenti, commenta con soddisfazione la decisione della Corte di Giustizia, nella speranza che anche in Italia l’Antitrust, al quale abbiamo indirizzato una memoria in merito alle stesse questioni, si attivi per evitare che le imprese assicuratrici possano, attraverso clausole contrattuali di dubbio valore, arrivare al risultato di controllare il mercato delle autoriparazioni, a scapito della qualità del lavoro e a danno degli automobilisti”.
Rinnoviamo la nostra esortazione a restare uniti, allora: Federcarrozzieri vuole che il carrozziere non sia obbligato ad accettare quello che la Compagnia vorrà versare. Federcarrozzieri non vuole una guerra fra poveri in cui i carrozzieri battaglieranno per offrire alla Compagnie i prezzi più bassi: la gara a chi ci perde di più. Il mercato allo sfascio. E occhio, il problema riguarda anche il consumatore, l’automobilista che ci legge: perderà ogni controllo sul valore del danno; rinuncerà a qualità, professionalità e sicurezza della riparazione. La morte della riparazione, per legge.
Un sistema, questo, che lede l’autonomia e la professionalità della carrozzeria, e che prima o dopo qualcuno deve fermare.
Sono sempre stato contrario alla vendita di polizze assicurative, perché credo che ognuno debba mantenere il proprio ruolo: le Assicurazioni assicurano, i carrozzieri riparano. Tuttavia, questa regola è stata infranta da tempo da alcune Compagnie, e siccome per vendere polizze bisogna essere iscritti alla sezione E del RUI, dobbiamo trovare il modo per dirottare i nostri clienti verso polizze più economiche; ma senza divieti vessatori: il patrimonio delle Imprese artigiane è il cliente, e nessuno lo deve allontanare dalle nostre aziende per legge.
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