Nelle autocarrozzerie si utilizzano numerosi prodotti che contengono sostanze chimiche pericolose per l’uomo; sono prodotti utili e necessari per svolgere l’attività, ma possono essere pericolosi per la salute dell’uomo e/o per la sua sicurezza. Il rischio dovuto all’uso di sostanze pericolose è spesso poco percepito in quanto molte sostanze chimiche possono essere disperse nell’ambiente di lavoro (in aria) ed entrare nell’organismo attraverso vie diverse (per inalazione, per ingestione e per via cutanea) senza rendersene neppure conto. Per valutare la pericolosità di un prodotto è essenziale utilizzare le informazioni fornite dall’etichetta presente sulla confezione e dalla scheda di sicurezza che il produttore/fornitore è obbligato a fornire gratuitamente dietro richiesta dell’acquirente.
FRASI DI RISCHIO (frasi R)
R 1 Esplosivo allo stato secco. R 2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d’ignizione. R 3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d’ignizione. R 4 Forma composti metallici esplosivi moto sensibili. R 5 Pericolo di esplosione per riscaldamento. R 6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l’aria. R 7 Può provocare un incendio. R 8 Può provocare l’accensione di materie combustibili. R 9 Esplosivo in miscela con materie combustibili. R 10 Infiammabile. R 11 Facilmente infiammabile. R 12 Estremamente infiammabile. R 14 Reagisce violentemente con l’acqua. R 15 A contatto con l’acqua libera gas estremamente infiammabili. R 16 Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti. R 17 Spontaneamente infiammabile all’aria. R 18 Durante l’uso può formare con aria miscele esplosive/infiammabili. R 19 Può formare perossidi esplosivi. R 20 Nocivo per inalazione. R 21 Nocivo a contatto con la pelle. R 22 Nocivo per ingestione. R 23 Tossico per inalazione. R 24 Tossico a contatto con la pelle. R 25 Tossico per ingestione. R 26 Molto tossico per inalazione R 27 Molto tossico a contatto con la pelle. R 28 Molto tossico per ingestione. R 29 A contatto con l’acqua libera gas tossici. R 30 Può divenire facilmente infiammabile durante l’uso. R 31 A contatto con acidi libera gas tossico. R 32 A contatto con acidi libera gas altamente tossico. R 33 Pericolo di effetti cumulativi. R 34 Provoca ustioni. R 35 Provoca gravi ustioni. R 36 Irritante per gli occhi. R 37 Irritante per le vie respiratone. R 38 Irritante per la pelle. R 39 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi. R 40 Possibilità di effetti irreversibili. R 41 Rischio di gravi lesioni oculari. R 42 Può provocare sensibilizzazione per inalazione. R 43 Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle. R 44 Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato. R 45 Può provocare il cancro. R 46 Può provocare alterazioni genetiche ereditarie. R 48 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata. R 49 Può provocare il cancro per inalazione. R 50 Altamente tossico per gli organismi acquatici. R 51 Tossico per gli organismi acquatici. R 52 Nocivo per gli organismi acquatici. R 53 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico. R 54 Tossico per la flora. R 55 Tossico per la fauna. R 56 Tossico per gli organismi del terreno. R 57 Tossico per le api. R 58 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente. R 59 Pericoloso per lo strato di ozono. R 60 Può ridurre la fertilità. R 61 Può danneggiare i bambini non ancora nati. R 62 Possibile rischio di ridotta fertilità. R 63 Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati
SCHEDE DI SICUREZZA
Normalmente, la lettura e l’interpretazione dell’etichetta non sono però, di per sé, elementi sufficienti ad acquisire quella conoscenza dei fattori di rischio e delle modalità di prevenzione, così come anche richiesto dalla legislazione di igiene, sicurezza e di tutela ambientale. Informazioni più dettagliate sono invece desumibili dalla Scheda di Sicurezza, altrimenti conosciuta come Scheda Tecnico-Tossicologica. È quindi buona norma che il produttore accompagni sempre il trasporto e la prima fornitura all’utilizzatore con tale Scheda. In ogni caso l’utilizzatore ha il diritto e il dovere di conoscere e di richiedere dette Schede; esse vanno richieste al produttore o al rivenditore che commercializza il prodotto e tenute a disposizione in azienda. La scheda di sicurezza deve pervenire fino all’utilizzatore finale della sostanza o del preparato e deve essere conservata fra la documentazione dell’azienda.
Nella scheda di sicurezza sono contenute informazioni relative ai seguenti punti:
1. Identificazione della sostanza o preparato e della società produttrice; 2. Composizione/informazioni sugli ingredienti; 3. Identificazione dei pericoli; 4. Misure di primo soccorso; 5. Misure antincendio; 6. Misure in caso di fuoriuscita accidentale; 7. Manipolazione e stoccaggio; 8. Controllo dell’esposizione/protezione individuali;9. Proprietà chimiche e fisiche; 10. Stabilità e reattività; 11. Informazioni tossicologiche; 12. Informazioni ecologiche; 13. Informazioni sullo smaltimento; 14. Informazioni sul trasporto; 15. Informazioni sulla regolamentazione; 16.
Altre informazioni; Nota: in grassetto sono riportate i punti che devono essere portati a conoscenza di tutti i dipendenti.
Poiché nella scheda sono contenute le informazioni minime necessarie ad utilizzare il prodotto nel modo più sicuro e le istruzioni su cosa fare in caso di incidente, è necessario leggere la scheda e comprenderne i contenuti prima di adoperare il prodotto.
Il datore di lavoro che utilizza prodotti pericolosi per la salute o per la sicurezza dei suoi lavoratori deve effettuare la VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA AGENTI CHIMICI pericolosi MODALITÀ CORRETTA DI LAVORAZIONE
Per ridurre il rischio al minimo occorre intervenire secondo una precisa scala di priorità: Sostituire i prodotti pericolosi con prodotti non pericolosi o meno pericolosi; Effettuare le lavorazioni a ciclo chiuso, cioè rendendo impossibile il contatto delle sostanze con i lavoratori; Se non é tecnicamente possibile eseguire le lavorazioni a ciclo chiuso: Limitare al minimo l’esposizione dei lavoratori alle sostanze pericolose, eventualmente confinando le lavorazioni che ne comportano l’utilizzo; Aspirazione localizzata mediante impianti mobili carrellati o impianti fissi, secondo alcuni criteri generali: a) Deve essere effettuata il più vicino possibile al punto in cui la sostanza può liberarsi; b) Deve garantire una velocità minima dell’aria di 0,3 m/s (0,5 m/s di progetto) nel punto di emissione (per la saldatura, 1 m/s alla bocca dell’aspiratore); c) Il flusso d’aria deve essere tale che la sorgente inquinante stia fra l’operatore e la bocca di aspirazione, in modo tale che il lavoratore non sia investito dalla corrente contenente l’inquinante; Predisporre un’area per il deposito dei rifiuti separato dalla zona di deposito materie prime; Mettere a disposizione contenitori chiusi per i rifiuti contaminati (ad es. stracci sporchi). Infine per evitare incidenti è bene: Assicurarsi che i lavoratori siano informati della pericolosità dei prodotti impiegati; Conoscere e spiegare il contenuto delle schede di sicurezza; Impartire adeguate istruzioni per lo svolgimento di mansioni che comportano l’impiego di sostanze pericolose e l’esecuzione delle operazioni di manutenzione (es. pulizia filtri o tubazioni); Fornire ai lavoratori adeguati dispositivi di protezione individuali (DPI): per l’apparato respiratorio si dovrà adottare una protezione per l’esposizione a polveri e a vapori organici. In particolare (se non diversamente valutato) per i verniciatori è opportuno utilizzare maschere semifacciali con filtri combinati per polveri e vapori di classe A2P2, per gli stuccatori i facciali filtranti monouso A2P2, mentre per i carteggiatori saranno sufficienti i facciali filtranti monouso FFP2 (o FFP3 se diversamente valutato). Per i filtri, inseriti nei DPI respiratori, occorre richiedere al fornitore i tempi di possibile utilizzo in rapporto alle concentrazioni delle sostanze e alle condizioni di lavoro (temperatura, umidità, pesantezza della mansione), consapevoli che l’esposizione a più sostanze contemporaneamente ne riduce fortemente l’efficacia. A tale proposito si raccomanda di tenere un registro della durata dei filtri, in cui segnare le ore di effettivo lavoro e la data di sostituzione dello stesso. I filtri a carbone attivo (classe A1 e A2) hanno una durata limitata che dipende dall’umidità, dalla concentrazione ambientale dell’inquinante, dalla temperatura, dal tipo di inquinante, dalla superficie adsorbente del carbone attivo, dal flusso respiratorio, dalla presenza di più inquinanti ecc. È necessario inoltre istruire i lavoratori sull’uso corretto dei DPI.
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