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Zaffarana (Federperiti) su tracciabilità dei ricambi e altro

Due chiacchiere con Filippo Zaffarana, presidente Federperiti, con notevole esperienza nel settore dei risarcimenti.


Tracciabilità dei ricambi: me ne parli? “A nostra conoscenza e a oggi, solo il Gruppo Fiat adotta un sistema per la tracciabilità dei ricambi. Tutte le vetture finanziate da FGA Capital (Sava) sono marchiate nelle parti asportabili con un brevetto denominato DataDot: consiste nello spruzzare circa 5.000 micro punti contenenti un codice univoco che successivamente viene abbinato al telaio della della vettura. Inoltre, tutte le forze dell’ordine sono dotate dell’attrezzatura per leggere sulla vettura il codice del lamierato o del particolare per poi verificare in tempo reale se quel ricambio appartiene effettivamente a quella vettura oppure proviene da un mercato parallelo”.

Come si è evoluta negli scorsi anni la figura del perito? “Purtroppo la committenza più importante non prende in assoluta considerazione il fatto che il perito si aggiorni o meno. Basta che costi poco e corra molto. Federperiti è l’unica organizzazione peritale che obbliga i propri iscritti ad un percorso di aggiornamento professionale sia di carattere tecnico in collaborazione con Quattroruote Professional che di carattere psicologico con H&R Solution di Torino. Quindi, la generalità del corpo peritale non si è evoluta e non ha trovato stimoli per evolversi. Solo piccoli e limitati casi in cui il singolo, per amor proprio, cerca di aggiornarsi ed adeguarsi ai tempi che corrono. La massa è ferma e inerte”.

Di quali strumenti tecnologici vi avvalete? “Purtroppo anche questo argomento è strettamente legato al precedente. L’evoluzione e lo sviluppo della tecnologia non ha apportato alla professione sviluppi eclatanti se non quello relativo alla usuale tecnologia informatica. L’innovazione, specialmente, dei servizi che si potrebbero offrire, incontra grandi difficoltà da parte delle Compagnie, tetragone a ogni cambiamento e innovazione. C’è poca tecnologia nel nostro lavoro. Si potrebbe fare di molto di più e meglio, ma non interessa, non viene presa in considerazione, non viene riconosciuta anche a livello economico”.

Come vedi il futuro del tuo lavoro? “Lo vedo molto cupo. Il prodotto perizia, allo stato del mercato e a dire delle Compagnie di assicurazione, non serve o serve a poco. L’argomento potrebbe aprire confronti duri e forse inutili. Il concetto base è: si vuole o no una figura terza che possa tutelare l’automobilista nel riconoscergli il giusto risarcimento ed evitare che un giusto, corretto ed equo risarcimento diventi un illecito arricchimento (quando va bene)? Il crinale dell’argomento è se serve o no questa figura sul mercato. Se serve, è necessario rafforzare la sua autorevolezza e terzietà: se non serve ed è quindi usato solo come deterrente, allora è meglio chiudere la baracca”.

Le Compagnie assicuratrici sono al passo coi tempi? “Fino a quando non si aprirà il mercato, nulla cambierà. In Europa i modelli che funzionano ci sono, in Italia non si prendono neanche in considerazione”.

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