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UN SUGGERIMENTO PER LA SPENDING REVIEW: ROTTAMARE L’ACI

Schrottautos

Pubblicato su CAR CARROZZERIA

Scritto dal Dott. Stefano Mannacio

UN SUGGERIMENTO PER LA SPENDING REVIEW: ROTTAMARE L’ACI

GOVERNO MONTI: UN BILANCIO

Il governo Monti sarà probabilmente ricordato come l’esecutivo sotto il quale sono state approvate, o hanno rischiato di esserlo, norme favorevoli a ripianare i bilanci di alcune compagnie assicuratrici. Nonostante fosse l’esecutivo più titolato in materia di liberalizzazioni, avendo Monti stesso ricoperto l’incarico di Commissario Europeo alla Concorrenza e il Sottosegretario Catricalà  quello di presidente dell’Antitrust, è passata, senza colpo ferire, la maxi fusione Unipol-Fonsai. Forse il Governo non poteva o non voleva intervenire per non alterare gli equilibri del mercato. Vi sono però molti strumenti che si possono adottare per agevolare o ridimensionare un’operazione di mercato. Basta ricordare il caso Alitalia dove il Governo aggirò la normativa Antitrust  su precisa richiesta degli italici salvatori dell’impresa ormai decotta.


LA SPENDIG REVIEW

Molti hanno guardato con interesse l’intenzione del Governo di operare dei tagli alla spesa pubblica attraverso l’operazione detta di “spending review” incaricando il manager Enrico Bondi, che è stato amministratore straordinario della Parmalat dopo il crack del 2003, a svolgere il ruolo di commissario alla Revisione della Spesa dello Stato italiano. La missione non è semplice e i risultati per ora non paragonabili ai successi ottenuti dal manager nelle sue precedenti missioni. Tagliare la spesa quando vi sono interessi organizzati non è cosa facile, soprattutto se tali interessi sono stati uno snodo politico in cui si sono innestate clientele di vario genere e tipo. Al commissario Bondi allora diamo un suggerimento per quest’ultimo scampo di legislatura.


ROTTAMARE ACI E PRA

In tempi remoti il Regio decreto-legge 15 marzo 1927, n. 436 istituì il Pubblico registro automobilistico (Pra), gestito dall’Automobile Club d’Italia (Aci), che si occupa di certificare la proprietà’ delle autovetture immatricolate in Italia. Ma la proprietà di un veicolo è contenuta anche in un altro registro, quello creato nel 1992 dal nuovo Codice della Strada: l’Archivio nazionale dei veicoli (ANV) presso il ministero dei Trasporti.

ACI

Un autoveicolo e’ quindi tenuto a disporre della Carta di Circolazione, che viene rilasciata dalla Motorizzazione civile, e del Certificato di proprietà, rilasciato dall’Aci, il che implica avere una duplicazione di strutture e di produzione di atti per tenere allineati i due database. Ciò complica procedure e costi per l’utente. In altri paesi basta il solo libretto di circolazione, da cui consegue il fatto che l’ACI è, di fatto, un doppione della Motorizzazione Civile. L’ACI chiede delle quote per una tessera che consente il soccorso stradale, che molte assicurazioni RC auto ormai comprendono con un modesto sovrapprezzo, e svolge, al non modico costo di 23 milioni di EURO, la funzione di riscossione dell’IPT, imposta provinciale di trascrizione. Possiede una struttura che annovera 3150 dipendenti che costano la bellezza di 147 milioni di EURO raggiungendo la ragguardevole media di 4.6000 EURO per addetto. I lavoratori sono sparsi in 106 sedi regionali e 13 direzioni regionali che sono, a loro volta, un centro di potere. Ma non basta, spulciando nei bilanci, si scopre che oltre 42 milioni di EURO sono spesi per servizi informatici, come se il personale interno non bastasse a svolgere tale funzione.

Le provincie magari spariranno o si accorperanno, ma nulla ancora è previsto per l’ACI, il cui giro d’affari si aggira intorno a 328 milioni di EURO perdendone circa 19. Le entrate provengono in gran parte dal cittadino che, per fare su una banalissima visura al PRA, deve pagare quasi 6 EURO, un costo inaccettabile. Basta osservare il bilancio per capire che dalle entrate derivanti dal PRA l’Aci paga praticamente il costo del personale. Si potrebbe fare a meno dell’ACI? Certamente si. Il mercato potrebbe allocare in modo più efficiente le risorse destinate oggi ad un ente le cui funzioni potrebbero essere gestite da Motorizzazione, Provincie, Prefetture con un abbattimento di costi impropri. La cosa più surreale è che, al contrario, il Presidente avv. Sticchi Damiani abbia chiesto, con un sussulto corporativo, di chiudere la Motorizzazione e fare gestire tutto all’ACI.

ACI E LA SUA ASSICURAZIONE. UN INSANABILE CONFLITTO D’INTERESSE

Il fatto di possedere una assicurazione che di bello ha forse solo il nome, pone l’ACI al centro di un conflitto di interessi insanabile. Da una parte vi sarebbe il presunto interesse di tutelare l’automobilista e di fornire i migliori servizi a suo esclusivo vantaggio, dall’altra, invece, l’ACI promuove campagne di informazione e di sensibilizzazione nei confronti del legislatore ad esclusivo interesse della sua compagnia, i cui bilanci non sono certo brillanti. L’automobilista ha bisogno dell’ACI in caso di difficoltà e, in caso di incidente, vorrebbe certamente godere della migliore assistenza possibile in caso di lesioni e poter scegliere di riparare l’auto dal carrozziere di fiducia senza alcun aggravio di costi rispetto alla canalizzazione presso il fiduciario. Al contrario la compagnia dell’ACI semina una propaganda presso i propri clienti e la collettività tutta finalizzata alla riduzione dei diritti del danneggiato solo con l’intento di ridurre perdite economiche dovute alla gestione “ministeriale” dell’azienda. Tale intento è peraltro lampante nel contenuto della lettera inviata recentemente dal presidente dell’ACI a Monti che suggerisce una fantasmagorica terapia d’urto per ridurre i costi della RC Auto. La prescrizione di 90 giorni per un sinistro stradale costituirebbe la base per la demolizione di uno stato di diritto, bloccare i risarcimenti saltando una valutazione clinica contrasta con il diritto ad ottenerlo, riproporre la canalizzazione forzata della riparazione è fuori dalle logiche di mercato, ridurre i diritti delle vittime della strada che hanno subito danni gravi o gravissimi serve solo a fare più utili. Infine, l’adeguamento agli standard europei per il danno morale da morte non tiene conto delle differenze e dei sistemi socio-sanitari di ogni paese europeo.



CONCLUSIONE

L’uso di un nome dall’antico blasone per alimentare interessi corporativi non è più accettabile in un paese che quotidianamente si deve confrontare con un declino le cui ragioni sono anche da ricercare nell’esistenza di organizzazioni parastatali fuori dalla concorrenza: l’unico vero elemento per dare a tutti gli operatori economici pari opportunità.


Ultim’ora, 15 Giugno 2013 ACI CI RIPROVA


Pubblicato su Supermoneynews

Assicurazioni Rc auto: proposte dell’ACI per ridurre i costi

Secondo l’ACI si potrebbe ottenere un risparmio sulle polizze di circa il 40%.

Una volta si presentava il proprio curriculum vitae ai potenziali datori di lavoro precisando di essere patentati e automuniti. L’auto era considerata fondamentale per lavorare. Oggi si è creata una situazione davvero paradossale, anzi: incredibile. Serve un lavoro… per mantenere la propria automobile. Costo della benzina a parte, le polizze Rc auto che tengono indenni i proprietari/conducenti per i rischi derivanti dalla responsabilità civilepresentano costi davvero rilevanti per qualsiasi tasca. La gravità della situazione è stata opportunamente recepita dall’Aci – Automobile Club d’Italia, che ha avanzato alcune proposte utili a far scendere tali costi. Vediamoli di seguito, punto per punto.

a) portare a 90 giorni il termine massimo utile per presentare la domanda di risarcimento. Oggi il termine è di 2 anni e in questo lungo periodo c’è chi improvvisamente si accorge… di avere ricevuto nocumento. Questo per impedire che le istanze vengano avanzate molto tempo dopo l’avvenuto sinistro.

b) ripristino del termine di cinque giorni entro i quali il soggetto che ha ricevuto un danno è obbligato a mettere nella disponibilità del perito l’auto incidentata;

c) obbligatorietà della riparazione della vettura sinistrata in un’autofficina o carrozzeria convenzionata che sia garanzia di serietà al di sopra di ogni legittimo sospetto;

d) non risarcibilità dei danni alla persona senza certificazione medica che accerti con sicurezza il nesso causale tra danno subito e sinistro;

Da tali novità normative secondo l’ACI si potrebbe ottenere un risparmio sulle polizze di circa il 40%. Come avrete certamente capito, la verità è che in questo Paese ci sono ancora troppe persone che fanno i furbi in caso di sinistro stradale. C’è chi aumenta ad arte i danni subiti e anche chi ne inventa di sana pianta, magari sulla propria persona, per garantirsi un buonrisarcimento. Nel lungo periodo il rischio per le compagnie assicurative aumenta così a dismisura e il prezzo delle polizze sale per tutti. Anche e soprattutto per gli onesti.

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