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Rc auto, Nicola Nascosti: mozione contro il ddl concorrenza


Il Consiglio regionale della Toscana ha appena approvato all’unanimità una

mozione contro l’approvazione del disegno legge concorrenza. Il motivo? Le norme Rc auto in quel ddl sono un regalo alle compagnie assicuratrici, mentre danneggiano gli automobilisti. Nicola Nascosti (Forza Italia) è il primo firmatario della mozione. Una mozione concreta, pratica. Si chiede al Parlamento di non convertire in legge quelle regole del ddl. E invece di prendere in esame la proposta di legge sulla Rca presentata dalla Confederazione nazionale dell’artigianato e da Confartigianato recante: “Modifiche al Codice delle assicurazioni private”.


Il doppio guaio Il disegno legge concorrenza contiene diversi cadeau a favore delle assicurazioni, come il risarcimento in forma specifica e il sostanziale divieto di cessione del credito, oltre a diverse altre norme che ledono i diritti dei consumatori (specie il divieto di raccogliere testimonianze a distanza di un breve lasso di tempo dal sinistro). In questo modo, verrebbero messe fuori gioco i carrozzieri indipendenti, a tutto vantaggio delle compagnie, che controllerebbero il mercato della riparazione Rca. E pure i carrozzieri convenzionati hanno ben poco fa festeggiare; le compagnie li vogliono far lavorare a un costo della manodopera così basso da rendere lecito un dubbio: ma come faranno a stare dentro i costi? Al di là di una vita da schiavo, occhio: il gioco è a chi la fa più sporca. Taglia sul rispetto delle normative, e così magari riesci a non scomparire subito. Forse. Chissà. Finché le assicurazioni lo vorranno…

Contro altre leggi e contro la Costituzione La legge poi impone alle assicurazioni di risarcire il danno, e non di occuparsi della riparazione: il ddl concorrenza va esattamente contro questa legge. Inammissibile. Senza dimenticare la tabella unica delle lesioni macropermanenti, con una decurtazione della metà dei valori risarcitori. Evidenti perfino i profili di incostituzionalità di questo ddl: l’indennizzo diretto è stato definito dalla Corte costituzionale facoltativo, idem il risarcimento in forma specifica.

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