Carrozziere, imprenditore e artigiano: chi aveva quelle tre anime dentro di sé, negli anni 60, 70 e 80 poteva farcela. Era un periodo d’oro dal punto di vista economico: se disponevi di voglia di fare e abilità, riuscivi a sfondare e a dare lavoro a diversi dipendenti. Non si può parlare di paradiso; ma di certo non si viveva nell’inferno di oggi, dominato dalla crisi. Che ne è adesso di quegli stessi imprenditori-artigiani?
Il vincente Uno su due si è evoluto, ha cambiato metodi di lavoro, staccandosi dalle compagnie, è divenuto indipendente. Si è pure iscritto a Federcarrozzieri, per uscire dalla morsa delle convenzioni, della canalizzazione, che soffoca poco alla volta. È diventato moderno, si è proiettato nel futuro, ha costruito una base solida da cui prendere slancio: Oxygen Gestione Sinistri, ma pure Oxygen Polizze, così come Oxygen Gestione Ricambi, nonché Oxygen Noleggio. Ha cercato e ottenuto ossigeno per vivere, rinascere, vincere. Uno su due, abbiamo detto. E l’altro dei due? Ve lo diciamo in basso.
Il perdente L’altro dei due, il perdente, è rimasto vecchio. Non vecchio di età anagrafica o lavorativa: tutti lo saremo, prima o poi. Ma antiquato come mentalità. Incapace di evolversi. Di reagire alla crisi. Di uscire dall’anonimato. Di staccarsi dalle compagnie. Erroneamente convinto che, restando attaccato alla mammella delle assicurazioni, avrà ancora lunga vita. In realtà, dalla tetta esce veleno. Che corrode l’azienda, mina le fondamenta della carrozzeria.
Cambio generazionale Ed eccoci al vero guaio: questo imprenditore-artigiano perdente ha anche un figlio (o più). Ma mantiene le redini dell’azienda. Il figlio vorrebbe evolversi, modernizzarsi. Usare metodi di lavoro nuovi. Vede in Federcarrozzieri e Oxygen l’opportunità per crescere, scappando dalla crisi. Ma il padre non ne vuole sapere: ha paura di tutto. Proprio come un anziano con le arterie ormai irrimediabilmente danneggiate, non ragiona più bene. Il cambio generazionale non c’è: finché il padre vivrà, il figlio soccomberà. Ma non è giusto. Perché le colpe dei padri non dovrebbero ricadere sui figli.
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