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Lettera aperta al Presidente Nazionale Servizi alla Comunità Franco Mingozzi in risposta al suo arti

Pubblichiamo volentieri la lettera aperta, scritta da un’artigiano carrozziere, al Presidente Nazionale Servizi alla Comunità Franco Mingozzi in risposta al suo articolo pubblicato su CAR CARROZZERIA.


S. Giorgio Di Piano (BO) 25-6-2014

Mi chiamo Gianni Tassinari e sono un inconsistente: protestatario e testimone, figlio di inconsistente. Mio padre ha fatto il carrozziere per tutta la sua vita, calibrandosi con gli inconsistenti: cioè con gli ultimi. Per questo, durante la mia esistenza, ho dovuto cambiare abitazione 6 volte e sede della carrozzeria 5 volte. Gli inconsistenti come noi quando abbelliscono gli immobili migliorandoli, ne ricevono in cambio lo sfratto, ed è morto senza possedere una abitazione né altre sostanze, da vero inconsistente ma guardando negli occhi sereno la Morte. Ma cosa sanno fare gli inconsistenti? Dire la verità, senza timore di perdere tutta quell’inconsistenza economica che possiedono.

Questo ha fatto mio padre, anche prendendole dai fascisti, questo faccio io: dire la verità. Anche se non sono più botte nel corpo: bensì nella mente. Conosco personalmente Franco Mingozzi e lo considero onesto, ma il suo punto di vista storico è oscurato volutamente dai Caporali e limitato ad eventi recenti  a chiusure di stalle quando i buoi sono scappati. Le parole che gli hanno scritto, non appartengono ad una conoscenza della materia, ad una “formazione storica”: che non c’è stata, o ad un progetto rivendicazionale purtroppo inesistente. Sono la velenosa precisazione di un presuntuoso: “Bimbo, lasciami lavorare!” E “cosa nostra iè”. Che non è di Franco, non appartiene all’imprenditore Mingozzi che conosco, questa posizione. L’hanno ingannato. Sono parole che sono più attribuibili a chi teme di perdere un ghiotto stipendio, e non è il suo caso.

Caro Franco, basta così, fermiamoci, non stiamo facendo il bene della categoria alzando i toni della incomprensione e invito tutti alla moderazione, perché non ha alcun senso dimostrare chi è più bravo a nuotare mentre la nave sta affondando.

E’ necessario a questo proposito rifarsi alle parole di una persona che ha trovato, nell’insediarsi, una situazione molto più ingarbugliata della nostra, Sua Santità Papa Francesco.

Le sue osservazioni sul mondo del lavoro e principalmente sulla trasmissibilità dell’esperienza, commentate nel suo editoriale, dal Presidente Eugenio Scalfari su La Repubblica del 22.06.2014 pongono serie riflessioni.

Sua Santità affermò: “I vecchi hanno memoria di quanto è accaduto durante la loro vita, ed esperienza  di quanto hanno personalmente vissuto. Quella memoria e quella esperienza, debbono essere trasmesse alle generazioni venute dopo di loro. Se quella trasmissione non avviene, i giovani non saranno creativi. Ci sarà qualche genio che ne potrà fare a meno, ma questo non basta a far proseguire la storia di un Paese e del mondo.”

E poi Scalfari continua l’articolo, commendando di suo: ”Non è un programma politico, ma un esempio prezioso; non predica l’immobilità della storia, al contrario ne indica la mobilità essenziale affinchè la storia si svolga creando nuove situazioni, che però non possono essere inventate da marziani sbarcati da altri mondi nel nostro. I vecchi debbono raccontare, i giovani debbono aggiornare e perfino rivoluzionare se fosse necessario, ma partendo dal racconto del passato, senza il quale non c’è vista lunga e si rimane schiacciati sul presente del giorno per giorno.”

Io aggiungo di mio, che fu proprio per questo che l’economia delle nazioni subì un vero e proprio sconquasso, quando gli Stati Uniti decisero di abolire la parità aurea del dollaro. Per i carrozzieri lo stesso disastro, venne provocato dall’accordo siglato da Caporali ex anticapitalisti infiltrati nella C.N.A., con l’Ania, senza alcun controllo vero (anche da parte dei partiti che dominavano e dominano, millantando una moralità ereditaria la CNA), con costi elettorali paurosi dal passaparola. E così l’Ania, sta vincendo.

Questa 0rganizzazione delle Compagnie D’Assicurazione, nella quale l’Unipol adesso primeggia, sta trascinando il codazzo di Compagnie, (non più dubbiose su una sua potenziale “sinistrosità” a favore delle classi più inconsistenti). Compagnie alle quali ha fatto e fa da cavallo di Troia, col Cestar prima, e poi imponendo sia quelle fasce tariffarie (disgreganti la solidarietà imprenditoriale artigiana), poi con “i fiduciari”, il “presto e bene” fornendo i ricambi, ed anche l’Hub: esempio estensibile a tutta la nazione.

In sostanza la parità tra i costi d’impresa (con la conseguente possibilità di un lecito profitto degli operatori) e la tariffa di prestazione venne abolita per far posto ad una contrattazione frammentata, imposta da CNA e Ania, contrattualmente, basata sulla contrapposizione tra artigiani: tariffa contrattata coi periti. A questo proposito: noi opportunamente spartiti in fasce tariffarie per scardinare la solidarietà contrattuale precedente, siamo rimasti privi di qualsiasi assistenza generale C.N.A. sulle indispensabili rivendicazioni, da molte aziende associate richieste. Questo è comprovato da raccomandate, ordini del giorno di assemblee autoconvocate in tutta la Nazione per anni e anni, petizioni, videoregistrazioni: vedere nel sito internet cerstar.it “La profezia” ed anche le dimissioni da Presidente Nazionale del mio maestro, Tempesti Raffaello.

Sono ormai trent’anni che denunciamo questa “omissione di atti d’ufficio”, con ogni tipo di pressione e le medaglie che la Cna vuole appuntarsi sul petto provengono da atti spesso provocati in ritardo e da costrizioni della base associata, attivate proprio dai gruppi di pressione così duramente criticati.

Questi gruppi, segnatamente la Federcarrozzieri, non hanno mai (fino ad oggi) chiesto sostegno economico negandolo o rifiutandolo alle organizzazioni ufficiali. Prova ne sia che anch’io, seppur loro simpatizzante, pago la mia tessera associativa C.N.A. (badate bene, associativa, non sindacale e ci tornerò su questo).

Questi pseudo-ribelli che appoggio, vogliono far emergere la verità sul futuro che ci stanno preparando i Caporali, un futuro talmente duro e gramo da venire rifiutato nella mente, dalla stragrande maggioranza degli imprenditori, giudicandolo incredibile: data la gravità delle sue conseguenze nella nostra esistenza.

Il livido commento, fatto firmare al neo Presidente degli autoriparatori C.N.A. sull’operato di chi considera di vitale importanza reagire agli assalti di una strategia a lungo termine che, come si è visto nelle nazioni confinanti, mira all’utilizzo futuro degli immigrati (per la nostra sottomissione), compensandoli nel sociale con ciò che si credeva nostro (ospedali, asili, scuole e pre-scuole, case per lavoratori, acqua e servizi: disputabili a noi). Mia sorella, figlia di artigiano, moglie di artigiano (conta niente) è stata nove ore su un pericoloso e scomodo lettino nel pronto soccorso dell’ospedale, in attesa di un letto e questo la dice lunga!

Chi di noi non ha avuto il piacevole assalto critico sui nostri lavori, spesso “interessato” da parte di meccanici invidiosi dei nostri “miracoli”? Quindi per noi, una scelta ad hoc: un “meccanico” Presidente “nominato”, (non eletto in base a seri progetti enunciati), non formato sulla materia, e se presta orecchio solo ai caporali. E ci è andata bene, perché potevamo trovarci un presidente lavasecco o sguattero (si, quelli che lavorano a euro 3,50 l’ora). E’ così che da onorati metalmeccanici, siamo passati con loro a “servizi alla comunità”. Pochi sono a conoscenza che in caso di cambiamento formale d’impresa, questa variazione di destinazione d’uso dei locali potrà costarci da 60 a 130 euro al mq. Più le pratiche: indovinate chi si sta sfregando le mani. Ricordate “piombo-rumore-amianto?

Vedete, le parole di fuoco dell’articolo attribuito al neo-Presidente nazionale, obbediscono ad un criterio preciso: l’attualità. Cioè la valutazione dello stato attuale, di un servizio all’auto (non alla persona) lasciato ad un anarchico sbando, senza una guida illuminata e a quanto richiesto sulla stampa senza diritto di protesta, ma soprattutto senza tener conto del passato, di chi ci ha lasciato arrivare allo stato attuale.

Senza tenere in alcun conto il passato: molto comodo! La storia degli Autoriparatori e dei rapporti tra questi e le Compagnie D’Assicurazione, è relativamente recente. Per capirla però deve essere rapportata ad un’altra storia, quella dei rapporti umani e principalmente tra gli Uomini e i Caporali (come li definiva Totò).

Sia lo storico che il testimone non possono allontanarsi dalle commistioni di interessi ad alto livello, se ricercano obbiettivamente un giudizio super partes sulle responsabilità vere, degli accadimenti che ci hanno portato alle attuali minacce alla autonomia imprenditoriale artigiana. E non mi pare che una società ad orientamento democratico repubblicano, possa permettersi di cedere su principi fondamentali come quello che è sotto schiaffo per gli Autoriparatori: l’indipendenza da un “debitore” che vuole interferire sulla qualità-costo del suo debito.

Altrimenti anche gli altri artigiani citati nell’articolo, beneficiati da un minore esproprio di risorse dalla benemerita Compagnia di casa, (è poi da vedere chi si cucca i vantaggi, ricordare l’insediamento Roveri) come potrebbero sentirsi tutelati e al sicuro da un vezzo che, come dicevano i nonni proteggendo l’orto: “quando c’è un buco nella siepe, tutti ci vogliono passare”. Attribuibile anche ad una “vergine”, la C.N.A. “leggermente” incinta. Le regole del gioco, i valori, sono difesi dagli Uomini, sono costati lacrime sudore e non di rado sangue.

I veri uomini le rispettano, cercano di migliorarle, mentre i Caporali cercano costantemente di aggirarle per il loro tornaconto. La “forza” degli uomini nei confronti dei Caporali, (interni ed esterni) consiste in questo: fare massa comune. Restare uniti contro le tentazioni dei Caporali è il tentativo se non il progetto vero, di tutti gli autoconvocati che nel tempo hanno chiesto alle Organizzazioni di modificare atteggiamento, rendendolo più propositivo, e non certo di sostituirsi a loro, sta alle Organizzazioni medesime cogliere questa ricca messe di testimonianze e farne l’uso a loro consono.

Gianni Tassinari

Artigiano Carrozziere

Ce.r.st.ar  Centro Ricerche e Studi sulle Autoriparazioni

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