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Intervista ad Andrea Ravaglia, Carrozzeria Augusta di Castel San Pietro Terme (Bologna)

Ciao Andrea, un po’ di storia: da quanto tempo esistete e perché il nome Augusta? “La Carrozzeria Augusta nasce dal nonno Vittorio Poli (il padre dalla nostra mamma) negli anni 60 , ufficialmente 1966, ma già prima operava. È stato un naturale passaggio da fabbro a carrozziere. Augusta prende il suo nome da un’auto, la Lancia Augusta del 1934, che fu proprio la prima che riparò da titolare e alla quale dedicò proprio il nome della sua azienda. Questo mi rende davvero fierissimo, trovo il tutto affascinante: era un’auto speciale e molto prestigiosa.

Anche il proprietario era molto particolare: Ivo Casagrande , indiscusso ‘senatore dei motori’ dell’epoca (ancora vivente). Erano persone che avevano un alone magico, forse proprio quell’alone che ha contraddistinto tante circostanze speciali della nostra zona. Ovviamente, fin da subito figura di spicco giovane e attiva fu Mario Ravaglia (nostro padre), spalla e socio insieme a Liliana (la mamma).

Insieme, le due neo aziende (Carrozzeria Augusta + Officina Volante) crearono un polo molto avanzato e lungimirante di servizi affacciato alla via Emilia, ‘la strada’ per eccellenza. Su quei pavimenti, si creò una sorta di crocevia culturale: storie, leggende, miti. E, su quei pavimenti, imparammo a camminare noi: Riccardo e Andrea. Giocando tra viti, bulloni e barattoli di vernice: come stare seduti in prima fila al teatrino dei burattini. Rimanendo spesso a bocca aperta, osservavamo e apprendevamo senza accorgecene regole e dinamiche di quel gioco e di quel mondo. In naturale successione, Mario e Liliana presero le redini fino per tutto periodo da metà anni 70, fine anni 90 (periodo di grossa crescita e consolidamento) . E poi noi, oggi”.


Di cosa vai particolarmente orgoglioso? “Anche se il mondo è cambiato, e il gioco stravolto, abbiamo avuto la possibilità di traghettare e proteggere quell’alone fatto di storie, leggende e miti rigorosamente sempre in dialetto bolognese, nonostante la tecnologia, i materiali. La cultura e la tradizione traghettate sino al 2015. E ancora, in futuro”.

Ma come vi definite? “Esattamente, Augusta1966 è un gruppo articolato ,  è diventato un sistema completo e complesso, all’interno del  quale si possono trovare servizi, consulenze di ogni genere, anche sul mondo assicurativo, alta tecnologia. Ritengo, poi, una buona professionalità e una buona dose di estro e fantasia”.

Quali i valori a cui vi ispirate? “Uno: massimo rispetto e protezione per il nostro sistema e quindi per la clientela, e per noi stessi. Cercare di operare nella massima armonia per ottenere serenità, soddisfazione del cliente, e generare il miglior posizionamento possibile del nostro sistema. Due: esasperare la tecnica sempre, riteniamo di operare sempre in propensione al miglioramento, per ottenere da noi stessi il meglio. Tre: cercare di non dimenticare da dove veniamo e chi ci ha tracciato una rotta. Ecco un nostro slogan: ‘Nasciamo dalla storia e con la storia ci andiamo a braccetto’. Quattro: profilo basso, umiltà, e pesarsi sempre senza parametri viziati”.

Siete indipendenti o convenzionati? E perché avete scelto in quel senso?

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“Non abbiamo convenzioni. Abbiamo avuto un’ esperienza di convenzione: troppo vincolante e poco soddisfacente. Con la convenzione, abbiamo immediatamente reso vulnerabile e precario tutto quello da me descritto sopra: la nostra storia, la nostra evoluzione, soprattutto i nostri valori, il nostro stile, la nostra faccia, e anche la nostra clientela. In un colpo solo, abbiamo messo a repentaglio tutto. Un’auto è molto più di un pezzo di ferro, diversamente da quanto qualcuno vuol farci credere. E ritengo che ripararla non sia un’operazione facile e scontata. La responsabilità di mettere in protezione una persona o più persone che utilizzano un veicolo deve sempre esserci ben chiara nella mente”.

Ampliamo il discorso: disegno legge concorrenza, con la riparazione in forma specifica. È quanto bolle in Parlamento. Come andrà a finire secondo te?


“Sullo stesso campo e nello stesso momento, si stanno giocando due sport molto diversi, ma in contemporanea. Da una parte, ci sono i rugbisti (gente dalle ginocchia ammaccate , magari un  po’ rozze e un po’ sporche ). Dalla parte opposta, una squadra di pokeristi con occhiali a specchio e stuzzicadente in bocca. In alcune riunioni, ho sentito delle affermazioni convinte e arroganti sostenute da figure titolari over 60, che facevano accaponare la pelle, su temi molto delicati quali i costi aziendali, dinamiche imprenditoriali, gestione dei sinistri assicurativi e dei periti con cui condividiamo i sistemi. Il nostro mondo ha bisogno di svecchiarsi, modificarsi: abbiamo incombenze complesse, le auto sono in evoluzione, le tecnologie si complicano, i clienti si evolvono, e le risposte del nostro mondo sono molto fragili. C’è bisogno di trasparenza e di legalità. Mi chiedo: siamo proprio sicuri che la parte malsana di carrozzerie che operano in circostanze ambigue siano davvero dannose alle Compagnie? Proprio per questo, abbiamo scelto di aderire a Federcarrozzieri. Che porta avanti battaglie quotidiane, concrete, e che al contempo si batte per affermare i princìpi di libertà e concorrenza a lungo termine”.

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