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DDL Copia & Incolla: sabato 15 tutti a Genova per difenderci


Copia e incolla

Copia & incolla: è questa una delle più gravi malattie di internet. Uno scrive un articolo sul proprio sito, poi arriva un altro che glielo copia e incolla su un altro sito.

Ma adesso il virus ha contagiato i nostri politici. Prendete l’articolo 8 del decreto Destinazione Italia.

C’è stato lo stralcio dal decreto, grazie a diversi veri politici: in ordine alfabetico (per cognome): Antonio Boccuzzi (Pd), Andrea Colletti (M5S), Marco Di Stefano (Pd), Daniele Pesco (M5S), Paolo Russo (FI-PDL), Franco Vazio (Pd). Una batosta per chi aveva spinto a più non posso per quell’articolo 8: in particolare, il ministro dello Sviluppo economico Andrea Zanonato, e ancora di più la senatrice Simona Vicari, sottosegretario a quel ministero.

Una sconfitta per le lobby delle Assicurazioni, e una vittoria per le sigle della Carta di Bologna: Federcarrozzieri, Associazione familiari vittime della strada, Sindacato italiano specialisti in medicina legale e delle assicurazioni, Assoutenti, Comitato unitario patrocinatori stragiudiziali italiani, Organismo unitario dell’avvocatura, Unione avvocati responsabilità civile e assicurativa, Associazione culturale Mo Bast!, Associazione Valore uomo e Sportello dei diritti.

Pareva che la storia fosse finita lì, con la facciata terribile presa da qualche esponente del Governo Letta. E invece no. Con una fretta micidiale, a tempi record, il Consiglio dei ministri approvava poche ore dopo un disegno di legge Rca. Ed ecco il virus di cui vi parlavo in partenza: il copiaincolla. Perché? Semplice: il disegno di legge Rca è il copiaincolla dell’articolo 8 del decreto Destinazione Italia.

Non conoscono la parola vergogna

Sicché, la commissione Giustizia devasta l’articolo 8, ritenendo che vada a ledere i diritti degli automobilisti, e che sia nocivo per la libera concorrenza e per la libertà del mercato. La Carta di Bologna denuncia il “regalo” che il Governo fa alle Assicurazioni. Sul web, la polemica cresce a dismisura. Arriva lo stralcio grazie soprattutto ai veri politici di cui sopra. E che cosa accade alla fine? Il copia & incolla dell’articolo 8. Però con qualche leggero ritocco. Così, il disegno di legge Rca è un po’ come quelle prostitute ormai datate che cercano di rimettersi sulla piazza imbottendosi di trucco, e per questo rendendosi ancora più inguardabili e inavvicinabili. Infatti, il Consiglio dei ministri cerca d’indorare la pillolina: risparmi il 23% sulla Rca. Con l’esempio diretto, un tranello in cui neppure il più ebete degli assicurati cadrebbe: se paghi 1.000 euro di Rca, col disegno di legge ne paghi 770.

Qualche dettaglio tecnico per smascherarli

Smascheriamo meglio chi ha proposto questo sciagurato disegno di legge Rca. C’è una riduzione del 7% per chi piazza la scatola nera. Nessuno dice che si dà in mano alle Assicurazioni uno strumento potentissimo per segare in due i risarcimenti, giacché la scatola nera potrebbe comunicare che – al momento del sinistro – tu andavi più veloce di un chilometro orario rispetto al limite. Quindi, mancato rispetto del Codice della strada e, di riflesso, rimborso segato. Sconto tra il 5 e il 10% per chi sceglie il risarcimento in forma specifica. Nessuno dice che 17.000 carrozzieri indipendenti diventano in un batter d’occhio terzisti (un settore produttivo interno all’Ania, la Confindustria delle Assicurazioni). Nessuno dice che la libertà di scelta dell’automobilista muore. E che le riparazioni sono fatte alla velocità della luce, con grave pregiudizio della sicurezza stradale. E che il libero mercato viene bruciato. Meno 4% per il divieto di cessione del diritto del risarcimento al carrozziere indipendente: bello, così le Compagnie se la vedono direttamente con l’automobilista, notoriamente espertissimo di Rca. E meno 7% se ci si rivolge ai medici indicati dall’Assicurazione: ti spacchi un braccio e chiedi al tuo creditore quanti soldi ti deve dare; un’idea geniale. E pazienza che Unipol/Fonsai, Allianz e Generali si pappino i due terzi del settore Rca: qualcuno, al ministero, è distratto da ben altro.

Abbiamo solo una certezza: come fecero gli ateniesi contro i persiani, siamo pronti a reagire a questo secondo attacco delle lobby politiche alla libertà del mercato.

Ecco perché è importantissimo che a Genova l’adesione sia alta, anzi oceanica. Sono finiti in tempi in cui i Carrozzieri non stavano attenti.

Governo avvisato…

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