top of page
  • Immagine del redattoreFedercarrozzieri

Dalla parte degli indipendenti

Immagine

Tratto da Car Carrozzeria

Carrozziere e blogger, porta avanti con passione ed entusiasmo le istanze mosse da Federcarrozzieri a favore e in rappresentanza di tutta la categoria

È prima di tutto un carrozziere, in Bologna, Davide Galli. Le sue passioni però per l’attività associativa e professionale e per Internet l’hanno portato negli ultimi anni sempre più su un versante nuovo. Dapprima è stato il blog Il Carrozziere, uno dei più seguiti diari personali di tipo professionale. Poi piano piano attorno al blog e alle sue battaglie, spesso in contrapposizione o come pungolo alle confederazioni (di cui pure Galli faceva comunque parte), si è raggruppato un gruppo di professionisti e di amici che condivideva una certa visione del futuro della carrozzeria: difesa della categoria, libertà e indipendenza dalle assicurazioni e in generale dai poteri forti, svecchiamento delle logiche di Cna, Confartigianato e Casartigiani, un modo di rapportarsi e parlare tra carrozzieri più diretto e aperto.  Da tutto questo è nato Federcarrozzieri, un’associazione a metà strada tra il gruppo d’opinione, l’associazione di categoria e il consorzio di carrozzerie. Oggi Federcarrozzieri è guardata con sospetto dalle associazioni di categoria e finora è stata costretta a lavorare molto soprattutto a difesa della categoria e poco sui progetti innovativi che pure aveva in rampa di lancio. Anche per questo oggi Federcarrozzieri si trova a un bivio importante, mentre le sfide per la categoria si moltiplicano sempre più


L’attacco alla cessione del credito arriva sotto forma di pronunce e disegni di legge da parte anche di soggetti insospettabili come l’Autorità Garante della Concorrenza o di Sel. Che fare per contrastare questa mentalità che va a minare l’autonomia delle carrozzerie?

Mai come negli ultimi tempi si sono visti tanti attacchi alle carrozzerie indipendenti. Questi continui attacchi, hanno come scopo quello di eliminare uno degli strumenti più importanti che le carrozzerie non fiduciarie hanno a disposizione: la cessione di credito. Proprio per questo è importante di questi tempi tenere gli occhi aperti. Monitorare costantemente tutti gli attori che possono decidere le sorti della categoria è un dovere, e noi di Federcarrozzieri lo facciamo quotidianamente.   Cosa fare dunque?   Nel caso specifico, per la mozione di SEL, l’allarme è altissimo per tutte le carrozzerie, non solo per gli indipendenti. La loro mozione infatti potrebbe produrre un effetto domino con il coinvolgimento  anche di altre forze politiche, che potrebbero con un emendamento eliminare questo statuto nel campo RCA. Federcarrozzieri ha contattato prima e incontrato dopo il SEL, spiegando ai rappresentanti del gruppo quanto sia importante mantenere la cessione di credito , anche e soprattutto per il consumatore.  Siamo in contatto con loro quasi quotidianamente in attesa di una decisione sul rientro della mozione. Per quanto riguarda Vittoria Assicurazioni e nello specifico la valutazione dell’AGCM sulle clausole inserite in polizza, giudicate non vessatorie, ci siamo mossi in sintonia con i vari gruppi di indipendenti presenti sul territorio nazionale. Proprio in questi giorni stiamo preparando un ricorso in merito. La nostra politica non è quella di stare alla finestra ed aspettare che le compagnie o chi per loro proponga leggi, o clausole a noi sfavorevoli, ma bensì quella di studiare un mercato in continua evoluzione, anticipando dove è possibile le loro azioni, attivandoci in maniera capillare in tutto il territorio nazionale quando avvengono attacchi come quello dell’articolo 29 del Decreto Liberalizzazioni o quest’ultimo  alla cessione del credito.

Per quale paradosso la difesa dell’autonomia delle carrozzerie (a partire dall’articolo 29 del decreto Liberalizzazioni) ha portato a un numero sempre maggiore di fiduciarie invece che rafforzare il numero degli indipendenti?

La spiegazione è più semplice di quella che appare, e si chiama  sfiducia,  un tarlo che per anni è stato inculcato  alla categoria, quel  senso d’ impotenza, che molti di noi  non sono riusciti a scrollarsi neppure con la vittoria ottenuta con l’abrogazione del comma secondo dell’articolo 29. Al contrario molti hanno pensato bene  di risolvere le problematiche che in questo momento affliggono tutto il mondo dell’automobile rincorrendo accordi o convenzioni di dubbia convenienza, senza pensare alle ricadute per la categoria, spesso  con lo spirito del furbo più furbo… seguendo la scia dei presidenti nazionali. Negli ultimi 15 anni è mancata o forse non si è voluta vedere la visione chiara di come il mondo dell’automobile stava cambiando, spesso  rincorrendo  con affanno le politiche  che i colossi assicurativi hanno imposto. Oggi ci troviamo come categoria senza una  programmazione, senza una politica,  ma soprattutto senza quel valore indiscusso chiamato credibilità. Una cosa è certa: i nostri dirigenti nazionali da anni non sono rappresentativi della categoria. La crisi economica che da anni attanaglia il nostro Belpaese ha portato confusione  nella categoria. Molti colleghi hanno scelto la strada più dignitosa (probabilmente la più dura) seguendo il pensiero della Federcarrozzieri , altri hanno scelto la strada apparentemente più facile , convinti che diventando fiduciari di queste nuove realtà di rete, vedi AP&B, risolveranno i problemi che la crisi ha portato. Si sono mossi senza rendersi conto che questa non è la soluzione: abbassare i prezzi come richiesto nei vari contratti di fiduciariato e in alcuni casi cedere alla compagnia l’introito dei ricambi, non è la soluzione. I costi di gestione in carrozzeria sono elevatissimi, lo si evince da uno studio prodotto dai consorzi Carrozzieri Italiani, Carrozzerie Artigiane e Carrozzeria Trasparente in collaborazione con Federcarrozzieri. Lavorare sottocosto non produce benessere, ma in alcuni casi, scarso rispetto delle normative e riparazioni mediocri a discapito della sicurezza.  Purtroppo il 2013 porterà la chiusura di molti artigiani carrozzieri, e solo chi si organizzerà monitorando costi e ricavi, avrà modo di proseguire la propria attività.

Quale è e quale sarà il ruolo futuro di Federcarrozzieri, oggi a metà tra associazione e sindacato?

La Federcarrozzieri nasce come portavoce delle carrozzerie  non fiduciarie. Sono infatti queste realtà, raggruppate in consorzi ed associazioni che, sparse lungo lo Stivale, ci portano a conoscenza di varie problematiche. Nostro compito è e sarà quello di amplificarlo a livello nazionale. È chiaro che i nostri iscritti si aspettano da noi una rappresentanza a 360 gradi e ciò potrebbe in un futuro portare a trasformare la nostra associazione in un sindacato a tutti  gli effetti, ma saranno i carrozzieri a deciderlo. Nel  panorama italiano, dove operano egregiamente realtà associative territoriali importanti, ma non rappresentate perché troppo piccole, il ruolo di Federcarrozzieri è quello di far dialogare fra loro queste  associazioni e consorzi, per poi dare voce e rappresentanza alle loro problematiche che spesso sono simili o identiche.  La nostra è una bellissima realtà nata spontaneamente dalla richiesta di tantissime aziende dislocate nel territorio,  che sentendosi abbandonate o ignorate hanno deciso  di darsi delle linee guida, una sorta di serbatoio che raccogliesse  idee e proposte in arrivo dai colleghi carrozzieri da sempre impegnati a difesa e tutela della categoria. Federcarrozzieri è già nel futuro, se per futuro si intende la partecipazione diretta alle decisioni  riguardanti la libertà d’impresa delle nostre carrozzerie. Per capirci, non siamo più disposti a delegare ad altri la rappresentanza  della nostra categoria, conseguentemente il futuro delle nostre imprese.

Come sono i rapporti con le confederazioni?

Come già spiegato la Federcarrozzieri si è voluta proporre fin dall’inizio come portavoce delle carrozzerie indipendenti  senza sostituirsi alle confederazioni. Purtroppo leggendo varie interviste emerge il fatto che secondo alcuni non servono altre rappresentanze, ma a parlare sono gli stessi che non hanno voluto condividere documenti atti a difendere i diritti dei carrozzieri  (fiduciari e non).   Federcarrozzieri è nata per una legittima richiesta delle carrozzerie indipendenti che fino a quel momento non si sentivano tutelate dalle confederazioni.  In questo momento di grave crisi economica, reso ancor più pesante dai continui attacchi che gli artigiani ricevono gratuitamente, gli indipendenti avevano bisogno di raggrupparsi, e Federcarrozzieri ha solo catalizzato questo processo.  Inoltre il nostro compito è quello di dare voce ai problemi che quotidianamente ci affliggono, con rapidità di iniziative, e il tutto avviene grazie al blog del Carrozziere.it, strumento moderno e democratico per raccogliere informazioni sullo stato di salute delle carrozzerie e per convogliare al suo interno idee e progetti. Federcarrozzieri è aperta a costruire insieme alle confederazioni progetti e azioni, come ha già fatto in passato per esempio con Casartigiani in riferimento alla segnalazione all’antitrust. Potremo usare una battuta: noi ci sentiamo considerati dalle confederazioni, tanto quanto le confederazioni si sentono considerate quando vanno a trattare con i governi di turno o l’Ania. Con una aggravante:  le nostre aziende sono la linfa vitale delle confederazioni. Federcarrozzieri nasce per unire, per ascoltare e per confrontarsi. Ci siamo sempre proposti con tutti i nostri interlocutori in maniera collaborativa e propositiva, lavoriamo per l’unità della categoria e le nostre priorità sono la risoluzione delle problematiche comuni. Di certo non siamo alla ricerca di visibilità o di potere.

Come la crisi economica impatta sulle carrozzerie? Come uscirne?

Sarebbe da ingenui pensare che la crisi che stiamo attraversando sia  esclusivamente di tipo economico. La crisi profonda sta nel sistema, e nel sistema è presente la fiducia , la credibilità dello stato, la credibilità dei nostri rappresentanti, la nostra stessa credibilità. La crisi ha colpito l’8o per cento dei ceti sociali creando un abbassamento della disponibilità economica, di conseguenza la possibilità di spendere, e purtroppo molti hanno cercato di economizzare sulla riparazione dei propri veicoli. Ciò ha portato un notevole calo di lavoro e molte aziende non riescono a reagire, con conseguente licenziamento del personale o nel peggiore dei casi chiudendo le proprie attività. Come Federcarrozzieri stiamo cercando di dare più strumenti possibili ai nostri associati cercando di snellire più possibile il lavoro e la gestione delle pratiche, dall’apertura del sinistro alla riscossione del credito, ma soprattutto di elevare la conoscenza con l’informazione, informando i carrozzieri e facendo circolare le informazioni.

Cosa vi aspettate e cosa proponete al nuovo governo?

Dal nuovo governo ci aspettiamo maggior trasparenza ma soprattutto che si evitino attacchi gratuiti alla categoria come quello dell’articolo 29 del decreto Liberalizzazioni. Le proposte che presenteremo riguardano la sicurezza dei mezzi e dei trasportati. Tratteremo argomenti legati ai danni antieconomici, con una soluzione che potrebbe portare anche alla fattura obbligatoria, difficile da digerire per le compagnie proprio in virtù del risparmio che oggi ottengono dai risarcimenti diretti ai danneggiati, ma soprattutto dalle liquidazioni economiche legate ai valori ante-sinistro. Stiamo invece cercando la formula migliore perché il cittadino possa essere messo in condizione di riparare il proprio mezzo (per esempio scaricando tale spesa nella dichiarazione dei redditi) e di conseguenza creare le condizioni per avere più lavoro.

Quanti e quali balzelli deve sostenere una carrozzeria per tenere in piedi la propria attività? il documento di consorzio Carrozzieri Italiani e consorzio Carrozzerie Artigiane è un punto di partenza per un’analisi corretta dei costi della carrozzeria?

Per chi ha sempre seguito il blog, già nell’aprile 2012 grazie alla collaborazione di tutti i nostri lettori si era stilato un elenco, in parte riprendendo un indagine Cna e un articolo del Sole24ore, degli adempimenti che ogni artigiano carrozziere deve fare per aprire e poi svolgere la propria attività.  Il documento dei due consorzi ci stimola ancor di più nel proseguire il lavoro intrapreso più di un anno fa, visto che da sempre ci battiamo affinché al carrozziere venga riconosciuta una tariffa oraria adeguata che gli permetta di svolgere con dignità la propria professione.

“La nostra politica non è aspettare che le Compagnie propongano leggi o clausole a noi sfavorevoli, ma studiare un mercato in evoluzione anticipando, dove possibile, le loro azioni.” Davide Galli

0 visualizzazioni0 commenti
bottom of page