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Cessione del diritto di credito: chi è contro la libertà viene sconfitto

Ogni automobilista danneggiato ha una libertà ben precisa: quella di cedere il diritto al risarcimento (vantato nei confronti della propria compagnia) al carrozziere indipendente. È un diritto previsto dal Codice civile (articolo 1260), dalla Costituzione e dal buon senso. È un diritto confermato e ribadito dalla Cassazione. Ma evidentemente tutto questo non basta ad alcune assicurazioni, che si ostinano a mettersi di traverso rispetto alla libertà di scelta della vittima della strada. È successo anche di recente, come andiamo a vedere.


Tutto normale Siamo in quel di Bergamo, nel luglio 2013. L’auto di G.M. subisce grossi danni a causa della grandine caduta a Zogno (splendida località lombarda). A ottobre, G.M. cede il diritto di credito a un carrozziere indipendente. È il riparatore di fiducia, di lui si fida, sa a chi va a mettere l’auto in mano, e sa pure che l’artigiano è la persona adatta a cui cedere il proprio credito. Si tratta di Bike and Car dei fratelli Pesenti. Una procedura normale, in un Paese normale, con regole normali. La macchina viene riparata dallo stesso carrozziere: Iva inclusa, sono 6.900 euro.

Mossa assurda Ma la compagnia in questione, la Cattolica, non ci sta: liquida in minima parte il carrozziere. Bonifico di solo 3.222 euro anziché 6.900 nell’agosto 2014. Mancano 2.437,42 euro (già tolta la franchigia del 10%), più 742,98 euro per le spese legali e peritali: totale, 3.180,40 euro. Pertanto, il carrozziere va in causa, da discutere davanti al Giudice di Pace di Bergamo.

Precedenti schiaccianti Il magistrato, con sapienza, cita le tre sentenze della Cassazione: la 16383/2006, la 11055/09, la 3965/12. Secondo cui la cessione di diritto di credito è regolare. In più, respinge la pretesa della compagnia Cattolica, per la quale il danno sarebbe inferiore a quanto valutato dal carrozziere: c’è una perizia imparziale che inchioda l’assicurazione (danno di 7.089,54 euro, addirittura superiore ai 6.900 in fattura). Alla fine, la compagnia deve pagare sia il rimanente sia le spese legali sia la perizia. Così ha stabilito la sentenza del Giudice di Pace di Bergamo numero 663/16, di settembre, nella persona del dottor Giuseppe Gianoli.

Figuraccia Una pessima figura per Cattolica, e un bel colpetto per la carrozzeria, visto che spesso si deve attendere anche tre anni per avere quanto spetta. Un precedente importante, non solo dal punto di vista del principio, ma anche sotto il profilo pratico: quando le compagnie perdono queste cause, dovrebbero essere sempre costrette a pagare in tempi non biblici.


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