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C’è chi dice NO ai cartelli anti-sicurezza, anti-consumatore, anti-artigiani

La posizione di Federcarrozzieri sugli accordi del 16 maggio

La crisi economica che vede il mondo della riparazione dell’auto impone, a nostro avviso, un’assunzione di responsabilità etica, prima che professionale, ancora più ferme del passato.


Federcarrozzieri sin dalla sua nascita, ha deciso perseguire una politica di difesa di un settore così storicamente importante per l’economia italiana e per la sicurezza degli automobilisti.

Gli accordi da cartello dello scorso maggio, ci confermano nel bisogno di vedere diversamente rappresentati gli interessi di una categoria economica ed artigiana italiana che ha saputo scrivere, in poco più di un secolo di storia, pagine importanti per il settore.

Federcarrozzieri ha così confermato il proprio rispetto verso il lavoro dei carrozzieri e la sicurezza degli automobilisti, rimanendo salda nel proposito, già da oltre un anno manifestato ai tavoli di concertazione del MISE, di voler riconoscere come uniche possibili linee guida per la riparazione a regola d’arte, quelle codificate dalle case automobilistiche.

Quanto noi chiediamo si sancisca per tutti è semplice: le autovetture di qualunque tipologia e per qualunque ragione necessitino di essere riparate, riteniamo possano dirsi aggiustate a regola d’arte solo se gli standard di lavorazione e gli strumenti utilizzati, i materiali sostituiti e la verifica del lavoro, sono eseguiti secondo i criteri che la casa automobilistica madre di quell’autovettura, ha indicato nei manuali di collaudo sancendone sicurezza e valore.

Ogni altro tipo di riparazione possibile, non può né deve potersi definire, a regola d’arte.

Non ci possono essere opinioni o elucubrazioni sulla sicurezza dei veicoli che ripariamo. Di questi veicoli noi carrozzieri ne garantiamo la sicurezza proprio grazie alla professionalità profusa dalla nostra opera.

Invece ci sono punti di vista diversi e se ne parla.

Se ne discute ed addirittura si aprono più tavoli di concertazione quasi che, la sicurezza umana e veicolare possa essere confusa con linee guida risarcitorie o barattata con opinioni soggettive non fondate sui principi di fisica meccanica.

In verità, non ci sarebbe neppure bisogno di aprire alcun tavolo di confronto. La sicurezza dovrebbe prevalere su ogni esigenza commerciale ed economica. La fisica, come la matematica, mal si sposano con le opinioni.

In questo contesto d’opinione, riteniamo siano da inserirsi, le Linee guida per le riparazioni a regola d’arte siglate nell’accordo del 16 maggio fra ANIA, associazioni di rappresentanza ed alcune importanti sigle in difesa dei consumatori.

Le Linee guida per le riparazioni a regola d’arte che nulla contengono di tecnico-riparativo ma ribadiscono sostanzialmente, quale siano le procedure di risarcimento danni che si traducono, in buona sostanza, in una serie di norme dettate da ANIA inspiegabilmente accettate da CNA, Confartigianato e Casartigiani.

Per Federcarrozzieri questo protocollo è da intendersi come un accordo commerciale che mal tutela automobilisti danneggiati e riparatori d’auto ed un malcelato tentativo di minare quanto già stabilito dalla Legge 4 agosto 2017, n. 124: il danneggiato deve essere libero di scegliere il proprio riparatore, senza incorrere in alcuna penale o sanzione contrattuale e, qualora ne abbia diritto, deve essere risarcito integralmente dalla propria assicurazione prescelta per l’RCAuto.

Da una lettura attente di questi accordi invece, si evince con una certa immediatezza l’intenzione neppure mascherata se non dall’altisonante e copiata titolatura, di tornare indietro nel tempo e ricongelare un mercato che dovrebbe essere libero e su cui le compagnie cercano da anni di imporre il proprio controllo.

Un raggiungimento di obbiettivi ottenuto, a nostro avviso, anche attraverso una contrazione della qualità riparatoria e dei già stringatissimi spazi di manovra commerciale dei riparatori.

Per questa ragione ci risulta incomprensibile che CNA, Confartigianato e Casartigiani abbiano firmato un accordo che mina gli interessi della sicurezza che garantiscono i loro carrozzieri rappresentati perché ricava margini dalla qualità del loro lavoro, dalla qualità dei materiali sostitutivi e dagli standard di produzione della riparazione che dovrebbero essere ligi ad almeno 61 adempimenti.

Ci risulta difficile da capire come si potranno sentir tutelati i colleghi carrozzieri firmatari di un’ulteriore contrazione di libertà commerciale a solo vantaggio della promessa di una canalizzazione di lavori dal margine ulteriormente compresso.

Ancora più arduo da comprendere ci risulta le ragioni per cui alcune importanti sigle di rappresentanza dei consumatori abbiano posto il loro assenso benedicente (Adiconsum, Associazione Difesa Orientamento Consumatori, Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi, Cittadinanza Attiva, Codacons, Federconsumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione per la Difesa dei Consumatori), ad accordi commerciali sui avremmo auspicato maggiore vigilanza o quantomeno malizia se non, una lettura più attenta alle implicazioni che palesemente ledono gli interessi e la sicurezza degli automobilisti.

Le RCAuto infatti, continuano da anni a mantenere livelli di costi fra i più alti d’Europa a fronte di un decremento considerevole non solo del numero degli incidenti e di sinistri denunciati ma anche, rispetto a linee guida che tollerano parametri riparatori che non garantiscono la massima qualità e la sicurezza garantite per legge.

La sensazione è che l’intendimento ultimo cui i firmatari più o meno consapevoli voglia ottenere, finisca con incidere inesorabilmente sulla qualità di lavorazioni riparatorie sempre più estetiche che strutturali, costringendo gli artigiani a risparmiare sui materiali e sui ricambi, sulla loro qualità, sul loro collaudo e sulla salubrità del loro lavoro e dell’ambiente nel quale si riversano gli scarti di produzione.

Ultimo, non per importanza, si finirà con il risparmiare quel margine di guadagno necessario al riparatore per sostenere in modo consapevole ed etico, la propria azienda ed i lavoratori che in essa operano.

Da tutto questo mercimonio di professionalità e qualità del nostro mondo artigiano, Federcarrozzieri mantiene le distanze.

Ribadiamo dunque ancora una volta, il nostro appoggio al MISE affinché continui la sua attività di promotore del medesimo tavolo di concertazione volto alla definizione delle Linee guida per la riparazione a regola d’arte che, per ragioni ben palesate proprio lo scorso 16 maggio, alcuni importanti firmatari dello schieramento politico ed economico esibito, continuano a disertare.


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